Colmare il divario digitale deve essere una priorità per tutta l’Europa, perché la pandemia ha evidenziato le disuguaglianze ancora diffuse nell’accesso all’istruzione.

Covid, istruzione, didattica a distanza, divario digitale. Una combinazione esplosiva nei mesi scorsi e tuttora in primo piano. La crisi del Covid-19 ha evidenziato le disuguaglianze nell’accesso all’istruzione in tutta Europa (e in tutto il mondo).

L’istruzione è stata portata avanti, durante i mesi del lockdown, con la didattica a distanza. Ma la didattica a distanza ripropone in più contesti il divario digitale. Quello che separa chi dispone di tecnologia e connessione internet veloce e chi no. Chi ha pc e tablet, più di uno, a casa, e chi invece si deve arrangiare sullo smartphone. Chi è riuscito a mantenere un collegamento con la scuola e chi invece si è perso per un divario che insieme è tecnologico, sociale, digitale, educativo.
Secondo il Parlamento europeo deve essere una priorità colmare il divario digitale in Europa.

Divario digitale, gap da colmare

Il Parlamento europeo ha chiesto che «il divario digitale nell’UE venga colmato in quanto la pandemia ha aggravato le disuguaglianze tra gli Stati, spesso rendendo difficile l’accesso
all’istruzione».
Lo ha fatto con una risoluzione approvata oggi (593 voti favorevoli, 58 contrari e 36 astensioni) nella quale chiede educazione digitale per tutti, aumento della spesa pubblica per l’istruzione, aumento dei fondi a disposizione per Erasmus +. Per il Parlamento europeo il budget del programma Erasmus+ deve essere triplicato.
Il divario digitale è problema che attraversa tutti gli Stati del mondo. Secondo l’Unesco nei mesi scorsi, anche nei paesi più sviluppati, l’accesso all’istruzione digitale si è fermato (dove è andata bene) al 90%. Questo significa che è stato escluso il 10% degli studenti. Meno del 25% dei paesi a basso reddito ha fornito una qualche forma di apprendimento a distanza.